N° 25909 - 11/09/2014 22:04 - Stampa - -

DISCUSSIONE DELLA SETTIMANA

Rapporto Unioncamere: nel secondo trimestre 2014 Umbria soffocata dalla recessione

Si riacutizza la crisi dell’economia umbra. La regione fatica più di altre aree del Paese ad uscire dalla fase recessiva. Lo dicono i numeri dell’ultima indagine congiunturale di Unioncamere Umbria sulle imprese manifatturiere e commerciali, relativa al secondo trimestre 2014. Sono i dati ufficiali più recenti a disposizione. In generale, vanno meglio le aziende più grandi e strutturate. Le piccole e piccolissime imprese sono ancora immerse nella durissima crisi. Qualche luce arriva dai mercati esteri dove il segno positivo è comune in tutte le attività economiche anche se il rallentamento, rispetto alle performances dei mesi precedenti, appare evidente. Sulle cifre negative pesano le incertezze del polo ternano dell’acciaio che di certo condizionano le statistiche generali. Ma la battuta d’arresto appare comunque brusca, dopo una lunga sequenza di trimestri i cui risultati sembravano presagire un’imminente uscita dal periodo più difficile. Giorgio Mencaroni, presidente di Unioncamere Umbria avverte: “Di fronte a una situazione così grave occorre una risposta comune ed eccezionale di tutte le istituzioni politiche ed economiche. E’ urgente far ripartire un ciclo positivo di investimenti pubblici e privati. A partire dal settore dell’edilizia che può ridare forza a tante piccole e piccolissime imprese del nostro territorio. Le banche devono aiutare di più le aziende. Dal governo centrale ci aspettiamo che vengano liberate risorse finanziarie vitali per le imprese. E che si punti con decisione ad una vera semplificazione burocratica”. Brusca frenata del comparto delle industrie alimentari, che si era segnalato come il settore con la migliore dinamica per la lunga serie di risultati positivi, accusa un brusco stop in termini produttivi con un calo del 2,1% rispetto al corrispondente trimestre del 2013, mentre a livello nazionale il comparto fa registrare una situazione di stazionarietà. Inevitabilmente anche il fatturato ha seguito questa improvvisa inversione di tendenza accusando un calo del 2,8%. Sul fronte del mercato estero rimane il segno positivo ma si è ridotta notevolmente l’intensità della crescita passando dal + 4,5% del primo trimestre 2014 al +0,4% del secondo nei confronti degli analoghi periodi del 2013. Le previsioni per il trimestre successivo sono orientate prevalentemente ad una situazione di stazionarietà con una leggera prevalenza delle aspettative di crescita che si fanno più consistenti sul fronte degli ordinativi, soprattutto quelli provenienti dal mercato estero.