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Prevenzione del rischio sismico: fondo ripartito tra le Regioni

Inserito da admin Il luglio 30, 2013 @ 9:39 am | Commenti disabilitati

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 160 del 10 luglio 2013 il decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile del 15 aprile 2013, che ripartisce tra le Regioni i finanziamenti per gli interventi di prevenzione del rischio sismico previsti dall’art.11 della legge n. 77 del 24 giugno 2009, relativamente all’annualità 2012.

 Il Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico, avviato dopo il terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, prevede lo stanziamento di 965 milioni di euro in 7 anni, per realizzare interventi finalizzati alla mitigazione del rischio sismico sull’intero territorio nazionale. I fondi per l’annualità 2012 ammontano a 195,6 milioni di euro, ripartiti sulla base dell’indice medio di rischio sismico, privilegiando le aree a maggiore pericolosità. I contributi possono essere utilizzati solo nei Comuni nei quali l’accelerazione massima al suolo “ag” sia pari o superiore a 0.125g.

Con un successivo decreto del Capo Dipartimento saranno ripartiti i fondi per altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio simico. Le Regioni individuano la somma da destinare ai contributi per gli interventi sugli edifici privati, da un minimo del 20% fino a un massimo del 40% del finanziamento ad esse assegnato e lo comunicano al Dipartimento della Protezione Civile entro 45 giorni dalla data di pubblicazione di questo decreto in Gazzetta Ufficiale.

Il monitoraggio degli interventi finanziati viene svolto con procedure informatizzate che prevedono i seguenti passi:

 – le Regioni trasmettono alla Commissione tecnica per gli studi di microzonazione sismica gli atti relativi alla realizzazione degli studi di microzonazione sismica e delle analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (obbligatorie);

- i Comuni interessati trasmettono alle Regioni le proposte di priorità di edifici pubblici strategici che ricadono nel loro territorio con l’attestazione dell’assenza di impedimenti e la descrizione delle caratteristiche dell’immobile presenti nelle schede di verifica sismica, in particolare, l’indice di rischio sismico;

 – i Comuni interessati trasmettono alle Regioni le proposte di priorità di edifici privati che ricadono nel loro territorio con la descrizione delle caratteristiche previste nel modello di richiesta di contributo (allegato 4 ordinanza 20 febbraio 2013, n. 52), con calcolo automatico del punteggio e del contributo massimo concedibile;

- le Regioni trasmettono al Dipartimento i resoconti annuali delle attività secondo i modelli riportati nel decreto;

 – attraverso uno strumento informatico di supporto, gli indici di rischio sismico che derivano dalle verifiche sismiche svolte vengono trasformati in indici di rischio coerenti con quelli che derivano dalle verifiche sismiche svolte in base alle Norme Tecniche per le Costruzioni emanate con decreto ministeriale del 14 gennaio 2008.


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